Le 4 caratteristiche dell'ascolto efficace
L’ascolto è una competenza chiave nell’ambito lavorativo, specialmente quando si deve guidare un team. In un recente articolo dell’Harvard Business Review, viene descritta una interessante ricerca condotta nell’ambito di un programma di sviluppo manageriale. Si sono presi in considerazione i soggetti considerati dai propri collaboratori come ascoltatori efficaci e sono stati confrontati con un gruppo di manager con medie performance.
Sono emerse quattro caratteristiche fondamentali di un ascolto efficace:
1. Il buon ascolto consiste in molto più del semplice stare in silenzio mentre l’altra persona sta parlando. Al contrario, le persone che sono considerate migliori ascoltatori sono quelle che fanno regolarmente domande che incoraggino approfondimenti o nuovi scenari. Sono domande volte a mettere costruttivamente alla prova gli assunti del proprio interlocutore. Annuire in silenzio non fornisce prove di buon ascolto quanto fare le domande giuste, che permettono a entrambi i partecipanti di essere ben allineati sulle reciproche posizioni. L’idea fondamentale è che l’ascolto sia una pratica prettamente attiva.
2. Il buon Ascolto aiuta a costruire l’autostima di chi sta parlando. Il migliore ascoltatore si impegna a creare una esperienza positiva in una conversazione (cosa che non avviene quando chi ascolta rimane passivamente in silenzio). Un buon ascolto fa sentire supportato chi sta parlando e gli rende più facile esprimersi. Qui il messaggio è che l’ascolto sia una pratica volta a creare un ambiente sicuro di scambio aperto.
3. Buon ascolto significa conversazione cooperativa. Nelle conversazioni i feedback si scambiano da entrambe le parti senza che uno dei due interlocutori sia sulla difensiva rispetto ai commenti dell’altro. Al contrario, chi ascolta male è fondamentalmente un interlocutore competitivo che ricerca nelle argomentazioni dell’altro errori o sfrutta le pause dell’altro per inserirsi prontamente. Questi comportamenti potrebbero fare di voi dei perfetti “vincitori” di dibattiti, ma non dei buoni ascoltatori. Un buon ascoltatore può dissentire con il proprio interlocutore, ma fa sentire chi sta parlando parte di una costruzione cooperativa, non un avversario da battere nell’argomentazione.
4. Il buon ascoltatore tende a dare consigli. Un ascolto attento include anche proposte di “sentieri alternativi” o modi per proseguire proficuamente la conversazione. Questo perché ricevere suggerimenti (pertinenti) quando stiamo parlando ci fa sentire maggiormente capiti e supportati. Percepiamo come buoni ascoltatori chi ci dà dei consigli perché percepiamo che l’altro si stia mettendo nei nostri panni e stia aiutandoci a risolvere i nostri problemi.
Ciò che emerge, dunque, è che l’ascolto non è una azione passiva ma consiste in una serie di operazioni volte alla scoperta attiva del punto di vista dell’altro, dandogli valore. L’ascolto è la condizione necessaria per la costruzione di un rapporto.
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