75MILIONI DI NEET, UN QUARTO DEI GIOVANI DEL MONDO NON STUDIA NÉ LAVORA
Secondo le rilevazioni dell'Eurostat i Neet italiani, individui nella fascia d'età 15-34 che non studiano né lavorano, sono il 26,9%, la peggiore percentuale in Europa.
Secondo il Global Opportunity Report 2016, un'indagine condotta a livello globale da Dnv Gl, dal Global compact delle Nazioni Unite e da Monday Morning, circa un quarto dei giovani che abitano il mondo sono Neet; 75 milioni di ragazzi che non studiano né lavorano.
Luca Crisciotti, ceo di Dnv Gl spiega che "Le cause di questa situazione non vanno ricercate solo nella recessione economica. Siamo di fronte a un nuovo mondo del lavoro caratterizzato da incertezza, crescente robotizzazione, rapidi cambiamenti e tassi di disoccupazione che rimangono alti anche quando l'economia cresce. È necessario ripensare modelli e sistemi, anche per le aziende, che altrimenti perderanno una generazione di consumatori".
Per il Global Opportunity Report 2016 è proprio la disoccupazione giovanile con il 42%, il rischio che preoccupa di più tra quelli presi in considerazione, superando anche l'allarme dei singoli rischi correlati alle problematiche ambientali.
Eppure proprio lo sviluppo di un' economia più verde e circolare potrebbe rappresentare un'opportunità per i giovani di oggi e di domani. Secondo il rapporto per combattere la disoccupazione dei giovani, le strade da percorrere sarebbero principalmente l'incubazione dell'imprenditoria giovanile, lo sviluppo di un mercato del lavoro digitale e una coordinazione tra competenze e mercato.
Di certo i dati che il Bel Paese vanta (la popolazione 18/24 anni che si è fermata alle medie inferiori e non partecipa ad altri corsi di formazione arriva al 14,7% del totale, la quarta più grande dell'Unione europea) collimano perfettamente con un tessuto economico e produttivo che non valorizza neanche le competenze acquisite (l'Italia ha sia il più basso tasso d'occupazione tra laureati nei paesi Ocse, sia la quarta peggiore performance d'Europa tra i giovani 20-29 anni diplomati e occupati) ma per dare reale slancio a un'economia verde e innovativa questi numeri devono cambiare.
L'enorme e crescente massa della disoccupazione giovanile nel mondo, insieme alla crescente robotizzazione individuata anche nel report 2016, suggeriscono quanto sia importante e urgente pensare a misure di sostegno al reddito e a un lavoro minimi. Il Comitato europeo delle Regioni, come punto di partenza, ha recentemente chiesto alla Commissione Ue di introdurre «forme universalistiche di sostegno al reddito per chi accetta di svolgere lavori di pubblica utilità», rivolte ai disoccupati di lunga durata.
Un quarto dei giovani di tutto il mondo non studia né lavora: 75 milioni di Neet, Greenreport, Apr 2016
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