Il Libretto Formativo del Cittadino è uno strumento estremamente potente, perché consente – per il singolo lavoratore – di avere un curriculum di competenze certificato dal proprio datore di lavoro, in una prospettiva di vera Unione Europea dei Lavoratori e non solo dei popoli.

La previsione della realizzazione di un “Libretto Formativo” era già contenuta in vari provvedimenti normativi nazionali, tra cui l’Accordo Stato-Regioni del 18 febbraio 2000 e il DM 174/2001 sulla Certificazione delle competenze.

Più tardi, il Decreto Legislativo del 10 settembre 2003 n. 276, attuativo della Legge Biagi, conferma e integra quanto previsto dai precedenti provvedimenti avviando il percorso di definizione e condivisione socio-istituzionale del Libretto Formativo del Cittadino, che – ai sensi dell’Accordo Stato-Regioni già citato – viene definito come: "libretto personale del lavoratore, in cui vengono registrate le competenze acquisite durante la formazione in apprendistato, la formazione in contratto di inserimento, la formazione specialistica e la formazione continua svolta durante l'arco della vita lavorativa ed effettuata da soggetti accreditati dalle Regioni, nonché le competenze acquisite in modo non formale e informale secondo gli indirizzi della Unione europea in materia di apprendimento permanente, purché riconosciute e certificate".

Il Libretto Formativo nasce come strumento istituzionale finalizzato ad agevolare la messa in trasparenza delle competenze individuali acquisite anche in contesti non formali, ed utilizzabile lungo tutto l’arco di vita nell’ambito dei diversi percorsi di apprendimento e di carriera.
In un’ottica di life long learning, in cui ogni esperienza viene ritenuta un valore aggiunto e in cui viene riconosciuto il diritto di ogni persona di potersi formare, di valorizzare le proprie esperienze (non solo lavorative) e di apprendere per tutto l'arco della vita, disporre di uno strumento concreto che renda trasparenti le competenze acquisite diventa cruciale.

In questo contesto il Libretto Formativo si pone come strumento di documentazione trasparente e formalizzata di dati, informazioni e certificazioni, utilizzabile dall’individuo nel suo percorso di apprendimento, crescita e mobilità professionale.

In tale ottica, la finalità prioritaria del Libretto riguarda il rispetto dell’unicità della persona e consiste nel far emergere – nella sua integrità – il patrimonio di competenze acquisite dall’individuo, confermando il valore sociale e di scambio di tale strumento all’interno del Mercato del Lavoro.

L’emanazione del recente Decreto Legislativo del Gennaio 2013, sul sistema nazionale di certificazione delle competenze e validazione degli apprendimenti non formali e informali, ha contribuito: da un lato alla realizzazione di pratiche volte a migliorare la leggibilità e la spendibilità delle competenze e l’occupabilità delle persone; dall’altro, alla definizione di regole e standard nazionali che stabiliscono caratteristiche e soggetti coinvolti nei processi di certificazione e validazione.

Tutte le Regioni si sono attivate rispetto a come garantire a tutti i cittadini la possibilità di valorizzare le proprie competenze ovunque e comunque apprese.

Alcune Regioni sono in uno stadio iniziale di approccio strategico al tema, che viene affrontato per piccoli passi, magari partendo da specifiche filiere e tipologie formative.

Altre Regioni invece sono giunte ad una formalizzazione delle strategie attraverso specifiche delibere e atti normativi che includono la validazione all’interno del sistema regionale di certificazione pur non avendo ancora messo in atto tali indicazioni programmatiche.

Altre Regioni ancora, dopo aver formalizzato e normato specifici dispositivi di validazione degli apprendimenti non formali e informali, hanno avviato concrete azioni volte alla messa a regime del sistema anche “testando” gradualmente sul campo la validità degli approcci strategici e metodologici definiti.