CASUALITÀ PIANIFICATA

CASUALITÀ PIANIFICATA

casualità pianificata

Numerose persone sostengono che il caso abbia giocato un ruolo molto importante nello sviluppo della propria carriera lavorativa.

Betsworth e Hansen in uno studio trovarono che due terzi dei 237 partecipanti credevano che la loro carriera fosse significativamente influenzata da eventi casuali.

I modelli tradizionali sullo sviluppo della carriera non prendevano in nessuna considerazione il ruolo degli eventi casuali nella vita degli individui.

Negli anni si è assistito ad un fiorire di modelli teorico-operativi che di volta in volta si sono modificati sulla base delle trasformazioni socio-economiche che si sono susseguite nel tempo, e che hanno condotto al fiorire di nuove modalità di considerare la persona all’interno del contesto lavorativo e/o formativo.

Nel momento in cui i mutamenti nell’organizzazione lavorativa cominciano ad offrire nuove opportunità di scelta ai giovani lavoratori sganciandoli dall’azione direttrice della famiglia di derivazione l’orientamento emerge come disciplina e comincia a strutturarsi nelle sue specifiche funzioni.

Proprio in questo quadro storico è inserito il primo modello sullo sviluppo della carriera strutturato da Frank Parson, il quale aveva lo scopo di valutare, attraverso l’assessment, i valori, le abilità e gli interessi dei lavoratori al fine di trovare il lavoro adatto alla persona.

Da questo momento in poi, tutti gli altri modelli che lo hanno seguito, comprese le teorie basate sui tratti, le quali hanno enfatizzato l’adattamento persona-ambiente, si sono caratterizzati per la tendenza a controllare gli eventi casuali. Questi modelli non tenevano in considerazione il ruolo giocato dal caso, ma piuttosto si presentavano come un modo per ridurne l’influenza.

Allo stesso modo, i counselor nel lavoro tradizionale agivano come se il caso non avesse nessun ruolo nella pianificazione della carriera della persona.

Il counseling di carriera è ancora oggi percepito come un processo intenzionato ad eliminare la possibilità dal processo decisionale. Molti operatori, infatti, sono reticenti nell’ammettere che anche le loro occupazioni non sono totalmente il risultato di una pianificazione razionale.

La progettazione è rimasta una forte componente nell’esplorazione della carriera. A prova di ciò resta il fatto che i career counselor preferiscono le persone che sembrano volgersi verso una direzione definita, o che sembrano essere sulla strada giusta così che il counselor debba solo aiutarli a definirla.

La proposta degli inventari sugli interessi e di molti altri strumenti disponibili è proprio quella di aiutare la persona a scegliere una direzione per la propria carriera che sia di successo.

Coloro che rifiutano questa spinta verso la certezza sono spesso visti come “problematici” o “difficili” e certamente sono ritenuti degli “indecisi”.

Krumboltz sostiene che tali concezioni non possano essere valide soprattutto in un contesto come quello attuale in cui il mondo del lavoro è cambiato e alcune professioni sono da considerare ormai obsolete mentre altre si impongono rapidamente.

Una visione come quella tradizionale potrebbe essere funzionale se lo sviluppo della carriera seguisse un andamento lineare e prevedibile, ma ciò non avviene perché il caso gioca un ruolo fondamentale nell’influenzare la vita privata e lavorativa delle persone.

Lo scopo della teoria della casualità pianificata è quello di mostrare come gli eventi casuali siano importanti nelle occasioni professionali e come alcuni eventi attribuiti al caso siano in realtà il frutto di azioni efficaci dei soggetti.
La casualità pianificata è riassumibile in 3 termini: complessità, caos e caso.

Il dibattito sulla casualità ha coinvolto diverse discipline tra cui la scienza e la filosofia. Secondo la fisica classica, dominata dal Principio di Conservazione dell’Energia e dal Principio di Aumento dell’Entropia, il caso è ammesso tanto per innescare i processi biologici, ma poi, la necessità prende il sopravvento.

Prigogine, uno dei più celebri scienziati contemporanei ha dimostrato che le leggi evoluzionistiche della natura contengono come proprietà oggettive, “l’irreversibilità e la probabilità o casualità”. Questo autore mise in risalto che più un sistema è complesso maggiori saranno le biforcazioni e più importante sarà il ruolo delle fluttuazioni individuali le quali sono imprevedibili. Prigogine ci ha fornito una visione della natura che va oltre la fisica classica, in cui evoluzione, casualità, mutamenti e creatività sono gli elementi dominanti.

Prigogine, inoltre, illustra la profonda connessione tra irreversibilità, probabilità e caos, a differenza del modello della fisica classica contrassegnato dai sistemi integrabili, che conduce al determinismo e alla reversibilità temporale.

La teoria della casualità pianificata elaborata da John D. Krumboltz, Kathleen Mitchell e Al S. Levin, è un modello di orientamento che è stato sperimentato in California e costituisce una novità nella prospettiva di orientamento degli Stati Uniti.

La teoria della casualità pianificata è una struttura concettuale che estende il career counseling al fine di includere la creazione e la trasformazione di eventi inaspettati in opportunità di apprendimento.

Il termine “casualità” è stato accostato volontariamente a quello “pianificata” per formare un ossimoro in quanto l’obiettivo dell’intervento secondo questo modello è quello di aiutare la persona a generare, riconoscere, ed incorporare gli eventi casuali nello sviluppo della propria carriera. Secondo questo modello, dunque, gli eventi casuali non solo sono inevitabili ma sono anche desiderabili.

I counselor devono insegnare agli utenti a pensare a nuove opzioni, a crearsi delle opportunità tenendo la mente aperta a nuove possibilità ed apprendimenti.

La teoria della casualità pianificata include il concetto che l’esplorazione genera eventi casuali per aumentare la qualità della vita, e quello secondo cui le abilità rendono le persone capaci di afferrare le opportunità.

In questo quadro il career counselor può aiutare la persona a sviluppare cinque abilità che devono essere riconosciute, create, e usate come opportunità per la carriera.

Queste cinque abilità sono:

  • Curiosità: è la capacità di esplorare nuove opportunità di apprendimento;
  • Perseveranza/ Resilienza: è la capacità di rialzarsi in seguito alle difficoltà e di esercitare lo sforzo nonostante gli inconvenienti;
  • Flessibilità: è la capacità di cambiare le attitudini, i comportamenti, le credenze e le circostanze;
  • Ottimismo: è la capacità di guardare alle nuove opportunità come possibili e attuabili.
  • Assunzione del Rischio: è la capacità di compiere delle azioni anche se le conseguenze sono incerte.

Per sviluppare queste abilità la teoria della casualità pianificata suggerisce l’utilizzo di alcuni strumenti come gli inventari sugli interessi. Questi consentono di effettuare una rassegna sulle occupazioni e si presentano come un ponte tra la persona e il mondo del lavoro.

I colloqui che seguono la somministrazione di questi strumenti si possono svolgere a diversi livelli. Questi sono spesso determinati dallo stile del counselor e dalla sua conoscenza e confidenza con un particolare strumento di assessment.

Molto spesso la sessione d’interpretazione si focalizza molto più su quello che dice il counselor piuttosto che su ciò esprime la persona e ciò implica che le sue interpretazioni dei risultati possono facilmente scoraggiare il dialogo e restringere l’esplorazione.

La casualità pianificata promuove un intervento di orientamento formativo volto a far emergere e a sviluppare nei soggetti abilità e competenze al fine di renderli consapevoli delle capacità possedute, capaci di mettere in atto comportamenti flessibili e di compiere delle scelte adeguate.

Per fare ciò è particolarmente importante insegnare al cliente a considerare gli aspetti positivi delle situazioni, a considerare diversi punti di vista e a stimolare risposte efficaci a situazioni inaspettate.

Le persone che hanno adottato il modello della casualità pianificata sono disposte a cambiare i piani, ad assumersi i rischi, a lavorare duramente per superare gli ostacoli e ad essere attivi nel perseguire i propri interessi.

Essi inizialmente sembrano vedere che gli eventi inaspettati giocano un ruolo importante nella loro carriera, ma molti sono modestamente inconsapevoli del fatto che le loro stesse azioni hanno contribuito agli eventi inaspettati dai quali essi hanno tratto dei benefici.

 

REFERENTE
Andrea Laudadio Andrea Laudadio



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